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La povertà alimentare cresce, ma gli sprechi continuano: il Terzo settore collega eccedenze e bisogni

La povertà alimentare cresce, ma gli sprechi continuano: il Terzo settore collega eccedenze e bisogni

Il 4 e 5 novembre PwC ha partecipato alla Colletta in Azienda, l’iniziativa organizzata da Banco Alimentare ETS che ogni anno coinvolge centinaia di colleghi nella raccolta di prodotti alimentari destinati a contrastare la povertà alimentare in Italia. 

Da oltre 30 anni Banco Alimentare redistribuisce gratuitamente le eccedenze della filiera agroalimentare, contribuendo contemporaneamente ad evitare la dispersione di decine di migliaia di tonnellate di CO2. Solo nel 2024 ha raccolto 93.745 tonnellate di alimenti, pari a 187 milioni di pasti e 1.755.857 persone aiutate, per un valore percepito delle donazioni pari ad oltre 1 miliardo di euro. Di queste 93mila tonnellate, circa la metà sono eccedenze alimentari.1 Un tale impatto non sarebbe possibile senza il coinvolgimento di attori pubblici, aziende dell’agroalimentare e della distribuzione, e senza il contributo di volontari e donatori.  

Provenienza degli alimenti raccolti e distribuiti da Banco Alimentare nel 2024

Provenienza degli alimenti raccolti e distribuiti da Banco Alimentare nel 2024
Fonte: Fondazione Banco Alimentare ETS, Bilancio Sociale 2024

Ad oggi la solidarietà organizzata rappresenta un attore primario nel contrastare la povertà alimentare. Questo fenomeno è tipicamente associato ai paesi in via di sviluppo, ma rappresenta un problema ampiamente diffuso anche in Italia, dove oltre 3 milioni di persone (pari al 5,4% della popolazione residente) hanno dichiarato di aver fatto ricorso ad aiuti alimentari o materiali nell’ultimo anno, e quasi un terzo delle famiglie ha dichiarato di aver dovuto limitare la propria spesa alimentare negli ultimi anni.2,3

Secondo la definizione del World Food Summit, l’insicurezza alimentare è la condizione in cui una persona non riesce ad avere accesso fisico, economico e sociale a cibi sufficienti, sicuri e nutrienti per soddisfare le proprie esigenze e preferenze alimentari, compromettendo così una vita sana e attiva.4 La multidimensionalità di questo fenomeno rende dunque difficile ricondurre la sua misurazione ad un solo indice. Se da una parte, infatti, il reddito è il maggior predittore della capacità di procurarsi cibo sufficiente e adeguato, i nuclei familiari a rischio povertà hanno il doppio della probabilità di non potersi permettere un pasto appropriato5, allo stesso tempo questa metrica trascura altre risorse che potrebbero sopperire alle difficoltà economiche, quali reti di sostegno e risorse non monetarie.6 Per questo motivo, i principali indici che indagano questo fenomeno partono dall’esperienza diretta del soggetto.

Tra questi vi è la Food Insecurity Experience Scale (FIES), introdotta dalla FAO nel 2022. Questo indice è costruito su otto domande e indaga l’esperienza soggettiva in relazione alla disponibilità di cibo nei precedenti 12 mesi, permettendo così di calcolare la percentuale di popolazione in stato di insicurezza alimentare e rendendo possibile un confronto tra paesi.7

La scala FIES di riferimento 

Per la mancanza di soldi o di altre risorse:

La scala FIES di riferimento
Fonte: Conferenza Nazionale di Statistica, Carlo Cafiero, “I progressi più recenti nella misurazione della povertà alimentare”8

Secondo la scala FIES, nel 2024 il 5,5% degli italiani ha dichiarato di far esperienza di almeno una delle dimensioni di insicurezza alimentare definite dalla scala e l’1,3% (pari a circa 766mila persone9,10) rientra in almeno una dimensione di insicurezza moderata o grave. Guardando a quest’ultimo indicatore, emerge un divario territoriale: nel Mezzogiorno c’è un’incidenza di insicurezza moderata o grave pari al 2,7%, mentre Nord e Centro Italia si fermano rispettivamente allo 0,6% e allo 0,8%.

L’indice risulta inoltre più elevato nelle aree urbane (1,6%), mentre nelle zone rurali o a bassa densità di popolazione è più contenuto (0,9%); è inoltre più comune tra persone di origine straniera (1,8% vs. 1,3% tra coloro che hanno cittadinanza italiana), mentre non emergono differenze rilevanti per genere ed età. È invece maggiormente esposto chi presenta limitazioni nelle attività quotidiane dovute a problemi di salute (2,4%).11

Prevalenza di insicurezza alimentare moderata o grave nella popolazione

Prevalenza di insicurezza alimentare moderata o grave nella popolazione
Fonte: Istat, Anno 2024, valori per 100 individui con le stesse caratteristiche

Similmente, nel 2024 il 9,9% degli italiani ha dichiarato di non potersi permettere un pasto proteico almeno ogni due giorni, in significativo aumento rispetto all’anno precedente (8,4% nel 2023), nonostante la quota di individui in povertà assoluta sia rimasta pressoché stabile (9,7% nel 2023, 9,8% nel 2024).12,13 Si osserva, inoltre, un legame tra la difficoltà di accesso ad un’alimentazione completa e il livello di istruzione: nelle famiglie con almeno un componente laureato, a non potersi permettere un pasto proteico sono il 6,9% degli individui, mentre la quota sale al 13,7% quando il titolo di studio più alto è la licenza media inferiore.14

Il fenomeno dell’insicurezza alimentare risulta però ancora più problematico in un caso, come quello italiano ed europeo, dove la produzione di cibo eccede quello effettivamente consumato a livello nazionale. Stando ai dati Eurostat, in Italia per ogni persona vengono sprecati circa 138 kg di cibo ogni anno, di cui 98kg viene perso dentro alle mura domestiche.15 Secondo un’indagine di Waste Watcher International Observatory, lo spreco familiare riguarda specialmente prodotti ortofrutticoli e pane fresco. Inoltre, emergono delle discrepanze a livello geografico: mediamente nel Centro e nel Nord Italia si spreca meno della media nazionale (rispettivamente -12% e -7%), mentre al Sud Italia, dove i tassi di insicurezza alimentare sono più alti, lo spreco alimentare risulta essere del 13% più alto della media italiana.16 Questo paradosso si osserva anche rispetto al reddito: chi vive in una condizione di vulnerabilità economica tende a sprecare fino al 26% in più della media nazionale.17
A fronte di uno spreco aggregato che, secondo la stima di Eurostat, raggiungerebbe le 8 milioni di tonnellate solo in Italia18, e che quindi, se sfruttato, potrebbe parzialmente rispondere alla crescente insicurezza alimentare, occorre un cambio di passo. Bisogna uscire infatti dalla logica della risposta all’emergenza momentanea, per adottare un approccio che consideri tutte le dimensioni della povertà alimentare, a partire dalle condizioni socioeconomiche che ne sono alla base, e che al tempo stesso sappia sfruttare le inefficienze del settore alimentare attraverso un’azione coordinata tra istituzioni, enti del Terzo settore, imprese e privati cittadini.
Per affrontare in modo efficace questo paradosso tra la crescente insicurezza alimentare e gli ingenti sprechi che si verificano in tutte le fasi del processo di produzione, distribuzione e consumo, anche, e in larga parte, nel contesto domestico, è necessario consolidare strumenti normativi e operativi che favoriscano la cooperazione tra istituzioni, imprese, Terzo settore e cittadini. Solo un approccio coordinato e stabile può garantire un accesso equo ad un’alimentazione adeguata, sicura e nutriente, affrontando in modo sistemico le cause profonde della povertà alimentare.

Note:
1 Fondazione Banco Alimentare ETS, Bilancio Sociale 2024 https://www.bancoalimentare.it/bilancio-sociale-2024-fondazione-banco-alimentare

2 Istat, L’insicurezza alimentare in Italia, 16 ottobre 2025, https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/10/StatisticaToday_Insicurezza-alimentare.pdf

3 Istat, Cambiamenti nelle abitudini di spesa (dal 2018), opzione “Un anno fa li compravo e ho limitato la spesa in quantità e/o qualità” 

4 FAO, World Food Summit 1996 

5 EFSCM. 12 April 2024State of Food Security in the EU (Spring 2024). A qualitative assessment of food supply and food security within the framework of the EFSCM. Con “a rischio povertà” si intende quei nuclei familiari con un reddito sotto il 60% del reddito mediano (calcolato su EU27). 

6 ActionAid, Fragili Equilibri, 2025 

7 La FIES è uno strumento di misurazione che si basa su otto domande a risposta binaria (“Sì”/“No”), che descrivono esperienze comunemente associate a situazioni di insicurezza alimentare. Queste esperienze spaziano dalla semplice preoccupazione per la disponibilità di cibo fino alla possibilità di dover trascorrere un’intera giornata senza mangiareFonte: FAO, Measuring hunger, food security and food consumption, https://www.fao.org/measuring-hunger/access-to-food/about-the-food-insecurity-experience-scale-(fies)/en .  

8 Carlo Cafiero, Senior Statistician and Economist, FAO at the UN 

9 Istat, https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/10/StatisticaToday_Insicurezza-alimentare.pdf  

10 Il calcolo è stato effettuato sul totale della popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2024. Fonte Istat, https://demo.istat.it/app/?l=it&a=2024&i=POS  

11 Istathttps://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/10/StatisticaToday_Insicurezza-alimentare.pdf https://www.istat.it/storage/15-Conferenza-nazionale-statistica/slide/03_B_slide_cafiero_carlo_CNS15.pdf 

12 Eurostat, Inability to afford a meal with meat, chicken, fish (or vegetarian equivalent) every second day, 2024 

13 Istat, Incidenza di povertà assoluta individuale (% di persone che vivono in famiglie in povertà assoluta sui residenti), 2023-2024 

14 ISTAT, https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/10/StatisticaToday_Insicurezza-alimentare.pdf   

15 Eurostat, Food waste and food waste prevention by NACE Rev. 2 activity – tonnes of fresh mass, 2023 

16 Osservatorio Internazionale Waste Watcher su cibo e sostenibilità, Cross Country Report 2025 – Il caso Italia 2025, 25 settembre 2025 

17 Osservatorio Internazionale Waste Watcher su cibo e sostenibilità – Focus Italia, 4 febbraio 2025 

18 Eurostat, Food waste and food waste prevention by NACE Rev. 2 activity – tonnes of fresh mass, 2023 

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Sandro Bicocchi

Partner | Responsabile Relazioni Istituzionali e Ufficio Studi | PwC Italy |  + posts
Laureato in Scienze dell'Informazione, ha svolto attività manageriale in aziende di diversi settori, già consigliere della Camera di Commercio di Milano, ha ricoperto ruoli istituzionali nel mondo associativo collaborando con le istituzioni italiane ed internazionali.